Cos’è l’employee retention

L’employee retention, o la fidelizzazione dei dipendenti, indica la capacità dell’azienda di mantenere i dipendenti all’interno dell’organizzazione. Questa capacità rappresenta un indicatore importante della stabilità dell’azienda e della soddisfazione dei propri lavoratori e facilita la strada verso il successo del business.

Soprattutto nel contesto post pandemia, la fidelizzazione dei dipendenti è uno dei fattori che le risorse umane tengono fortemente in considerazione. Il mercato del lavoro è diventato più competitivo e le persone hanno capito l’importanza del proprio benessere personale e non sono più disposte a metterlo in secondo piano rispetto al lavoro.

Turnover VS fidelizzazione dei dipendenti

Il tasso di turnover, ossia il cambio del personale all’interno dell’azienda, ha un impatto importante sulle imprese. Sostituire un dipendente che si dimette in azienda rappresenta sempre un costo in termini di budget e tempo, a causa della necessità di avviare un nuovo processo di selezione, trovare la persona giusta, formare la nuova risorsa e via dicendo. Risulta quindi più produttivo per l’azienda prendersi cura dei propri dipendenti e mantenere un buon tasso di retention.

I 5 errori da evitare

Quando si parla di fidelizzazione dei dipendenti si fa riferimento all’intera esperienza che le persone vivono all’interno dell’organizzazione, a partire dal primo giorno di lavoro. Per questo è utile pensare a come integrare il dipendente fin dal giorno dell’assunzione e costantemente nel tempo. Tra gli errori più comuni abbiamo individuato:

  1. Mancanza di onboarding all’interno dell’azienda: un vero e proprio processo di accoglienza e integrazione è importantissimo per trasmettere al lavoratore i giusti valori, chiarirgli le aspettative, la missione aziendale e gli obiettivi che dovrà raggiungere. La partenza è sempre il primo passo verso il successo.
  2. Mancanza di condivisione: ricordiamoci che all’interno dell’azienda i dipendenti sono persone, con punti di vista, idee e intenzioni. Bisogna sempre mantenersi aperti all’ascolto e mantenere vivo un dialogo in cui poter far tesoro dell’opinione dei dipendenti, che hanno il diritto e il dovere di essere compresi. Quindi ben vengano i meeting one-to-one regolari in cui aprirsi e comunicare.
  3. Assenza di coinvolgimento: una giornata di team building o un’iniziativa per aumentare l’engagement dei dipendenti sono ormai pane quotidiano per le risorse umane, che sempre più devono pensare di rendere partecipi i lavoratori in attività che vadano oltre il lavoro di tutti i giorni
  4. Mancanza di formazione personale e professionale: così come cresce l’azienda, deve crescere il dipendente. Compito dell’azienda è permettere questa crescita fornendo i giusti mezzi e la giusta motivazione. Si parla quindi dello sviluppo delle proprie capacità, sia legate al proprio ruolo, sia intese come crescita personale (che si traduce in capacità organizzative, gestionali, etc.)
  5. Assenza di attenzione al benessere dei dipendenti: un dipendente felice e in salute sarà un dipendente migliore. Ad oggi risulta essenziale prendersi cura dei dipendenti e del loro benessere, inteso in chiave psico-fisica. Via libera a percorsi di prevenzione in cui si aiutano le persone a sviluppare consapevolezza su temi di salute e benessere – possibilmente in modo interattivo e coinvolgente.

Le 3 leve della retention dei dipendenti

1. Soddisfazione, motivazione e premialità: riconosci i traguardi raggiunti dal dipendente lungo il suo percorso in azienda, premia gli obiettivi rispettati, concedi qualche bonus e incentiva i comportamenti positivi. Prova a dare risalto a quanto di buono si è raggiunto, riconoscendo gli sforzi e i meriti delle persone in modo che siano appagate. In questo modo, saranno automaticamente portate a fare di più.

2. Migliora il benessere in azienda, anche da un punto di vista pratico. Facilita la giornata in ufficio (o in smart working) attraverso piccoli accorgimenti: offri acqua o frutta per tutti, assicurati che sia garantita una buona illuminazione e ventilazione della stanza, proponi orari flessibili e momenti di condivisione durante la pausa pranzo.

3. Inclusione: organizza eventi o iniziative per coinvolgere attivamente le persone, farle sentire parte del team e far sentire la propria voce. Possono essere eventi sportivi, competizioni o momenti in cui socializzare e approfondire il legame tra i colleghi.

 

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